The End è una chiamata internazionale per progetti
realizzati con qualsiasi mezzo artistico, a cura del critico e curatore
statunitense Gean Moreno.
Cosa costituisce la nuova idea della ´Fine´ e quali forme visive è in
grado di generare nel nostro momento storico particolarmente turbolento?
TEMA
In passato l’idea della fine era
accettata con semplicità, tutto sarebbe finito e basta. Nella cultura
popolare l’anno previsto per la fine era il 2012. L´immaginazione
apocalittica avrebbe finalmente visto soddisfatte le sue profezie e il
Libro delle Rivelazioni non sarebbe più stato solamente una serie di
pagine. Ma raramente la fine si riferisce veramente alla fine, ancora
meno in questi giorni. Il 2012 è iniziato con un´ondata di tensioni
sociali - la primavera araba e la proliferazione delle occupazioni
territoriali - e questo ci costringe ad immaginare la fine in modo più
complesso. Da qualche parte, George Steiner ha scritto che siamo figli
di un´epoca autunnale. Sembra che siamo destinati alla fine e
all´esaurimento. Ma ora sembra che l’insoddisfazione generale abbia
raggiunto il punto di
ebollizione. Grazie all´elettricità che c´è nell´aria, la nostra
immaginazione storica collettiva può riconfigurarsi. L´idea della fine
può ora prendere strade diverse, elaborare intersezioni inaspettate. Si
può ancora fare qualcosa per fermare il corso della dissoluzione e
della catastrofe.
E´ vero che la visione di un pianeta
bruciato ancora esercita la sua seduzione agghiacciante, il cataclisma
ha sempre il suo fascino. Ma la fine è ormai, anche, uno spazio per
nuove aperture critiche. Le cose vanno demolite per costruire di nuovo
sulle rovine, per provare modi migliori di vivere insieme, di stabilire
una scommessa su un futuro diverso. L´idea di fondo si presta sempre più
ad un´ampia gamma di programmi.
Più che semplici raffigurazioni
apocalittiche o progetti di attivisti del momento, quello che mi
interessa veramente sono accostamenti diversi, sintesi bizzarre,
mutazioni inspiegabili tra l´unità seducente della distruzione e
processi immaginativi di rinnovamento. Pensate a colonie utopiche che
vivono in una discarica. Pensate alle Pantere Nere che operano su una
discarica, come Godard in One Plus One (Sympathy for the Devil). Pensate
alle terre desolate, occupate, di Beckett, illuminate da file e file di
tende e il suono di tamburi stonati. Pensate a Mad Max rivisitato come
la storia dei comunardi arrabbiati di Oakland. Pensate a T.S. Eliot che
scrive da Madrid o Tahrir Square. Per essere concisi, i progetti
selezionati per questa mostra orbiteranno intorno ad una
riconfigurazione fantasiosa dell´idea della fine come una cosa equivoca,
scivolosa, sfuggente, ma stimolante, gravida di potenziali nuovi e
inaspettati, cupa e luminosa allo stesso tempo.
Entro il 1 novembre il curatore Gean Moreno annuncerà i 10 progetti
selezionati per la mostra che si terrà nella biblioteca centrale, la
Miami Beach Regional Library dal 5 all´8 dicembre 2012.
Le opere in concorso dovranno rispettare il tema scelto dal curatore;
troverete l´idea che le opere devono scaturire secondo Gean Moreno qui:
http://www.premioceleste.it/theend2012/
Visitate la pagina del bando per conoscere tutti i termini di adesione:
http://www.premioceleste.it/theendbando/
The End è una collaborazione fra Miami-Dade Public Library , il curatore Gean Moreno e Celeste Network.
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