Difetto ottico che impedisce la contemporanea messa a fuoco sullo stesso piano di tutti i colori (a causa delle diverse lunghezze d'onda).
Infatti, quando un fascio luminoso colpisce una lente, le diverse radiazioni che lo compongono sono rifratte secondo la propria lunghezza d'onda e quindi convergono in punti diversi. Le radiazioni con lunghezza d'onda corta subiscono una rifrazione maggiore di quella subita dalle radiazioni con grande lunghezza d'onda.
L’effetto più visibile e fastidioso dell’aberrazione cromatica si traduce in un alone colorato che circonda gli oggetti fotografati, ben visibile ad elevati ingrandimenti (100%), che di fatto degrada la nitidezza dell’immagine, poiché causa una vera e propria sfocatura nei bordi che appaiono, anziché netti, sfumati (vedi fig.1).
Il difetto si compensa combinando due lenti costruite con vetri dotati di diverso indice di rifrazione (obiettivo acromatico) o con l’utilizzo di una lente asferica. In fase di ripresa l’aberrazione cromatica può essere corretta o perlomeno contenuta chiudendo il diaframma. Interventi correttivi sono possibili utilizzando i migliori programmi di fotoritocco.
L'aberrazione cromatica è più comune nei teleobiettivi usati alla massima apertura.
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