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IL MONDO ESTERNO DELL’INTERNO

Le immagini contenute in questo Libro sono il frutto di una sintesi di trenta progetti di altrettanti autori che hanno frequentato nel 2011 il Laboratorio del Museo della Fotografia del Politecnico di Bari, confrontandosi in un’esperienza per alcuni del tutto nuova.

Il Laboratorio ha voluto già dal titolo, “il mondo esterno dell’interno”, condurre gli allievi ad una riflessione sullo spazio fisico del quale siamo parte integrante e dentro il quale ci muoviamo.

I temi assegnati agli allievi, utili allo svolgimento del progetto fotografico, sono stati tre:
1) il paesaggio antropizzato e quello naturale;
2) il mondo degli oggetti;
3) la Maschera.

Nelle visioni di alcuni allievi si parla e si guarda al presente anche quando si è davanti alla memoria, nella ricerca di quella comprensione che tende a riportare l’umano e le tracce dell’umano in una posizione di centralità.

Una mediazione mimetica tra realtà e percezione in cui l’interno culturale ed emozionale predispone e determina quello che chiamiamo scatto fotografico.

Una visione contemporanea del Mondo direi nella direzione del post digitale in cui è assolutamente assente l’ossessione del mezzo fotografico, o la sudditanza ad esso.

Oggi disponiamo di molti media per esprimere i nostri pensieri e per lasciare le tracce delle nostre visioni, così come efficacemente sostiene Derrick De Kerckhove: «Se il pensiero umano è scaturito dalla possibilità di leggere, l’apporto delle nuove tecnologie estende ulteriormente la mente dell’uomo, modificandola in maniera evidente. La televisione, il telefono, il computer, gli ipertesti, sono psicotecnologie nella misura in cui inducono il cervello ad elaborare nuovi paradigmi cognitivi che modificano la nostra percezione del mondo in una condivisione dei luoghi, frutto di una già digerita interconnessione globalizzata».

Siamo di fronte ad una carrellata di immagini in cui le alte risoluzioni si alternano alle basse densità di punti/pollice, ma in tutte, quasi sempre, emerge la capacità del segno di indicare il referente, l’oggetto, con una comprensibilità noematica che ben si fonde con le sensibilità individuali. Ne derivano scritture e codici che generano stili diversi nella visione dell’esterno, un percorso esperienziale utile alla distinzione e personalizzazione dei progetti.

Certo, qualcuno più di altri ha maturato già capacità espressive considerevoli, ma l’esperienza complessiva di questo primo percorso collettivo, fatto da alcuni degli allievi del primo Laboratorio del Museo, lascia ben sperare anche per i prossimi Progetti in itinere.

Ora sta a voi giudicare l’aderenza ai temi proposti nel lavoro svolto dai trenta autori ai quali va il mio affettuoso saluto.

Ringrazio sentitamente le autorità accademiche, politiche e gli sponsor che hanno reso possibile la realizzazione del Progetto espositivo e di questo libro che vi accingete a leggere.

Pio Meledandri *

*  Direttore del Museo della Fotografia del Politecnico di Bari.

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