Esaurito per ora il (e dal...) tema delle scoloriture e ricoloriture, delle stilizzazioni desaturate para-instagram e affini, mi sono fatto un viaggetto un una provincia della post-fotografia che ancora sembra confinata nel recinto del fotoamatorismo in cerca di emozioni ad effetto, e non ha ancora massicciamente debordato in zone a rischio etico come il fotogiornalismo (ma tranquilli, è solo questione di tempo, e anche poco).Parlo dell’HDR, il meccanismo incluso nelle fotocamere di ultima generazione, che sta all’esposimetro come la grappa sta alla birra."
.... "E la nostra epoca, dunque, a giudicare dai modelli fotoestetici dominanti, sembra divisa fra la nostalgia di una passata età felice dai bordi sfumati e dai colori bruniti (lo stile vintage di Instagram) e l’utopia futuribile o onirica di un mondo senza ombre impenetrabili, senza duri contrasti, un mondo da cui sono state espulse le imperfezioni e le incertezze e le contraddizioni, un mondo tutto ispezionabile e conoscibile, avvolto da una luce omogenea che non proviene da nessuna fonte precisa, una luce che emana dalle cose stesse, e rende il mondo tutto leggibile e dettagliato, preciso e stagliato, splendente e senza asprezze: quello che ti fornisce l’HDR, appunto."
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Grazie per la segnalazione Daniele Biffino
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