Creative Cloud: nasce il "proletariato digitale"?
Ne parlano tutti ormai da giorni e ieri, anche qui su reflexlist.com, il discorso è saltato fuoro a proposito di Piccure (il plug-in anti-mosso alternativo a
Camera Shake Reduction di Adobe): stiamo parlando del nuovo approccio al meracto di Adobe che non prevede più la vendita dei software (almeno per quelli più importanti) ma la licenza di utilizzo per un tempo limitato (in genere un mese).
Infatti con il lancio di Creative Cloud, Adobe ha deciso di puntare
tutto su un tipo di commercializzazione che prevede varie formule di
abbonamento che consentono di scaricare e usare solo per un certo periodo uno o tutti i suoi programmi (escluso Fireworks, che non verrà più sviluppato ).
I prezzi
vanno dai 24,59 Euro mensili per usare la "versione completa" agli 86 Euro mensili per gli utenti di "team ed enterprise".
Possibili anche abbonamenti "education" e sconti
per chi possiede la Creative Suite 3 o una versione successiva.
In questo modo Adobe abbandona definitivamente le copie fisiche (ciao, ciao rivenditori!) a favore del download via Internet e del sistema SaaS, Software as a Service, seguendo l´esempio di Microsoft con il suo Office 365 e Google.
E´ chiaro però che, al di là di tutti gli indubbi benefici, l´obiettivo è quello di combattere la pirateria e "fidelizzare" al massimo gli utenti.
Siamo di fronte alla nascita del "proletariato digitale" (si usano ma non si possiedono gli strumenti)?
Qui di seguito un po´ di link utili per approfondire:
http://www.jumper.it/e-ora-basta-smettiamola-di-comprare-photoshop/http://mytech.panorama.it/internet/Adobe-Creative-Cloud-ecco-perche
http://www.fotografidigitali.it/news/nuovo-approccio-adobe-per-creative-suite-le-risposte-ai-vostri-dubbi_46920.html
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