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Luigi Ghirri

Luigi Ghirri (Scandiano, 5 gennaio 1943 – Roncocesi, 14 febbraio 1992) ha cominciato a fotografare nel 1970 contribuendo in maniera determinante a rinnovare la fotografia italiana dalla metà degli anni ´70 in poi. Il suo lavoro si è impermeato sui segni nei paesaggi naturali e sui segni artificiali nell´opera umana e nel paesaggio stesso (manifesti, insegne ma anche cartine geografiche)

Dal 1980, sollecitato da Vittorio Savi, si dedica alla fotografia di architettura nel territorio fotografando per lo stesso Savi, per Aldo Rossi, Paolo Zermani. In questo periodo stringe amicizia con lo scrittore Gianni Celati che riconosce a Ghirri di "essere riuscito a raccontare la fissità dello spazio vuoto, lo spazio che non si riesce a capire. Ha compiuto una radicale pulizia negli intenti o scopi dello sguardo. Finalmente ci ha fatto vedere uno sguardo che non spia un bottino da catturare, che non va a caccia di avventure eccezionali, ma scopre che tutto può avere interesse perchè fa parte dell´esistente. (...) Ci sono mondi di racconto in ogni punto dello spazio, apparenze che cambiano ad ogni apertura d´occhi, disorientamenti infiniti che richiedono sempre nuovi racconti: richiedono soprattutto un pensare-immaginare che non si paralizzi nel disprezzo di ciò che sta attorno"

I suoi paesaggi sono sospesi, non realistici quasi metafisici, spesso privi di figure umane ma mai privi dell´intervento dell´uomo sul paesaggio.

In uno scritto del 1984 (La fotografia: uno sguardo aperto), programma di un seminario all´Univ. di Parma, Ghirri  afferma: "al di là degli intenti descrittivi ed illustrativi, la fotografia si configura così come un metodo per guardare e raffigurare i luoghi, gli oggetti, i volti del nostro tempo, non per catalogarli o definirli, ma per scoprire e costruire immagini che siano nuove possibilità di percezione"

Le sue foto sono generalmente a colori. L´uso di colori delicati e non saturi è fondamentale nella sua poetica e nasce dalla stretta collaborazione con il suo stampatore Arrigo Ghi.

Durante la sua carriera è stato autore di numerose copertine di album per artisti come Lucio Dalla, Gianni Morandi, Luca Carboni, CCCP Fedeli alla linea (Epica Etica Etnica Pathos), Stadio, Ciao Fellini, Robert & Cara e altri.

“Per lui fotografare significava essere sorpreso da qualsiasi cosa, trovare quell’emozione che ti fa immaginare la vastità dello spazio, anche nelle cose più quotidiane.” “Fotografava cose a cui nessuno bada. Per Luigi la foto doveva ridare dignità alle cose, doveva sottrarle agli schemi, ai giudizi sbrigativi di chi non guarda mai niente” (Gianni Celati)

È morto per un infarto a 49 anni.
Al Festival di Venezia del 2009, Elisabetta Sgarbi ha presentato un film su Ghirri intitolato "Deserto Rosa".



Link:
  1. http://www.ilgiornale.it/news/cultura/ghirri-ora-surrealismo-realt-914150.html
  2. http://cataloghi.comune.re.it/Cataloghi/Zetesis.ASP?WCI=Browse&WCE=MENU
  3. http://www.fotologie.it/Ghirri.html
  4. http://www.lindro.it/cultura/2013-05-16/82165-uno-sguardo-sul-mondo-le-foto-di-luigi-ghirri
  5. http://www.molo7photoagency.com/blog/luigi-ghirri-pensieri-intorno-alla-fotografia/
  6. http://www.larevuedesressources.org/la-simplicite,1446.html  (in francese) link suggerito da Anna Doremi

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